Holidays on “Ouch!”

Perché i compiti delle vacanze?? Cioè, che cavolo di vacanze sono se poi tutti i giorni devo aprire il libro degli esercizi di Mate, quello di Inglese o leggere i libri untantoalchilo che qualche squilibrato ha deciso “non possono assolutamente mancare nella tua istruzione”?
Chemmifrega di leggere roba ammuffita? Ho tutta la vita per farlo! Ora, di grazia, potrei uscire e divertirmi, magari fare qualcosa che mi piaccia, durante le mie maledette vacanze??
No, ti devono sempre rompere le palle.

Che poi, non è che io abbia molto da fare. Non ho amici. Anzi gran parte della gente sta alla larga da me, dicono che sono strano e inquietante. Ma non è forse per questo che devo fare le cronache della mia vita a lei, Professor Z?
Sono uno sfigato solo perché non me ne frega niente di parlare di vestiti, moto e feste?

Moto: ho la mia fedelissima bici che non si intromette nelle mie tragiche finanze e che mi porta dappertutto.
Feste: cascasse il mondo, una volta l’anno, quella pazza di mia madre ha il dovere di umiliarmi con la celebrazione del mio compleanno, con la solita domanda: “Non vuoi invitare nessun amichetto?”
Punto primo “amichetto”?? Mi hai visto andare in giro col grembiulino dell’asilo? Punto secondo: se in quindici anni non ne hai visto uno (a parte quelli che ci portavi a forza tu e che avevano l’espressione di un condannato a morte), cosa ti fa pensare che la situazione sia cambiata? E poi ad ogni stramaledetta festa, c’è quella bastarda di mia nonna, seduta in un angolo a fissarmi con il suo sguardo “aspetta solo che rimaniamo soli”. No maledetta stronza, non succederà più.
Ed infine i vestiti. Ho le mie magliette dei cartoni giapponesi, le mie due camice di flanella ed i miei pantaloni neri con i tasconi.
Non mi serve nient’altro, quindi direi argomento chiuso, grazie. Possiamo passare a discorsi più utili, tipo quanto fa cagare l’altra gente?
Sì, forse ho esagerato un po’, ma cosa ci vuole fare Professore, non ho ancora trovato nessuno con cui valga la pena condividere qualcosa. Forse sono un po’ snob.

Neanche nella mia famiglia riesco a trovare qualcuno di decente. Mia madre passa il tempo a cercare di guarire suo figlio dall’asocialità, mio padre le dà una mano togliendosi di mezzo e lavorando praticamente giorno e notte (non c’è mai!) e poi c’è mia sorella. Lei sì che potrebbe vincere il premio per la stronza dell’anno, anzi del secolo! E’ più grande di me e passa il suo tempo a farsi corteggiare dai ragazzi e a presenziare con le sue amiche alle feste. Naturalmente mi odia, non quanto mia nonna, ma mi odia.
Come ogni anno, siamo andati nella nostra casa al mare e come sempre eravamo soltanto in tre: io, mia madre e mia sorella, anche quest’anno mio padre è riuscito a scansare la vacanza familiare, lavorando come un matto (forse sta cercando di darmi una lezione: se vuoi vivere tranquillo e schivare tutte le rotture di palle, trovati un lavoro!).
Comunque sono riuscito ad evitare le due pazze per quasi tutta l’estate restandomene rintanato in camera, attaccato alla mia xbox.

Solo un paio di volte le due sono riuscite a superare la mia aura da ninja e portarmi con loro a vedere la luce del giorno. Insomma, la solita tortura di quando mi portano a fare shopping con loro, ma la seconda volta, circa quattro giorni prima di ritornare a casa dalle vacanze, è successo qualcosa di imprevisto.
Siamo andati al centro commerciale, in uno di quei mega negozi di scarpe con i modelli più assurdi per tutti i tamarri del circondario. Mia madre si è lanciata istericamente alla ricerca di una borsa nuova per il mare, mentre mia sorella ha optato subito per il reparto “scarpe da squillo”.

Io semplicemente avevo adottato la tattica degli opossum e mi ero accasciato sopra un puff, con la schiena appoggiata alla specchiera dietro di me e lo sguardo fisso verso l’infinito della mia noia, aspettando che quel supplizio passasse. Naturalmente per la stronzaggine di mia sorella ero come una gazzella malata nella savana: pronto per essere abbattuto.
Così, mentre ero intento a contarmi i neuroni, me la sono ritrovata davanti, con i suoi mini pantaloncini altezza chiappa, la maglia da vamp annodata all’ombelico, gli occhiali da sole a mo’ di cerchietto ed ai piedi le scarpe coi super tacchi a spillo che si stava provando in quel momento.
Di fronte a me sfoggiava la sua posa da fotomodella con l’anca sporgente, una mano sul fianco e l’altra a L mentre reggeva la sua borsetta alla moda. Non appena ho smesso di fissare il vuoto per posare il mio sguardo su quella scena alla Dolce & Gabbana, lei con la sua espressione carica di disgusto, mi ha detto:
“Dato che gli scarafaggi come te non escono mai all’aperto e visto anche che forse non avrai mai modo di vedere una vera donna, ho deciso di lasciarti ammirare tutta la mia bellezza. Così magari non mi diventi uno scarafaggio dell’altra sponda. Sai, sei già una tale delusione per nostra madre… Forza Scarafaggio di Flanella, guarda bene!”
E dopo quelle parole cariche d’amore nei miei confronti, ha iniziato a fare la sfilata avanti e indietro, mettendo in evidenza il culo e sculettando come un maratoneta ubriaco. Mentre mi passava davanti, continuava a ripetere: “Meglio di Beyoncé, guarda Scarafaggio di Flanella…”.

Ero furibondo! Continuavo a fissarla pieno d’odio, sperando che si facesse male o andasse addosso a qualcuno, quando ad un certo punto è successo.
Non so come possa aver perso l’equilibrio, forse non era così brava come pensava ad andare sui tacchi, fatto sta che all’improvviso, mentre camminava, ha cambiato improvvisamente direzione facendo una piroetta su se stessa, e volando così sullo scaffale delle bombolette per pulire le scarpe.
Un rumore incredibile e roba sparsa ovunque.
Lì spalmata per terra, sembrava un ipotetico quadro di Andy Warhol: “Stronza fra i barattoli”.
Sono scoppiato a ridere, sdraiandomi e rotolando sul puff, a momenti volavo anch’io per terra.
Lei tutta rossa dalla vergogna, si è ripresa la sua borsetta ed sfrecciata imbarazzata verso i camerini.
Ho ricominciato a sbellicarmi dalle risate, avevo i crampi da quanto ridevo…

Quest’anno posso dire di essermi divertito davvero in vacanza. Ne valeva la pena anche solo per vedere mia sorella giocare agli autoscontri sugli scaffali.
E’ bello costruirsi dei buoni ricordi.

E a proposito di ricordi, mi viene in mente che tra pochi giorni ricomincerò il liceo e non ho proprio voglia di rivedere quegli stronzi dei miei comapgni o conoscere gente nuova. Tra l’altro è meglio che mi lanci a fare un po’ di compiti delle vacanze, per non presentarmi come al solito a mani vuote.
Almeno il suo compito, Professore, l’ho fatto: ho iniziato il mio maledetto diario.

Nick.

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